fiducia

MI FIDO DI TE

Prendo in prestito il titolo della canzone di Lorenzo “Jovanotti” Cherubini per scrivere alcune riflessioni sulla fiducia. Adoro questa ballata e mi colpì molto quando uscì nel 2005 nell’album Buon Sangue.

Il ritornello della canzone recita: “… Mi fido di te, cosa sei disposto a perdere.” 

Credo che nel senso della perdita ci sia la sostanza dell’atteggiamento nei confronti della fiducia. Provare o non provare fiducia nei confronti di qualcuno determina comportamenti completamente diversi.

Per la vita della Squadra la fiducia è essenziale, in ogni suo aspetto specifico. Ripeto fino alla nausea: la dimensione numerica del team da gestire non conta. È la fiducia la componente fondamentale per iniziare o proseguire un percorso di Squadra. 

Proprio per questo motivo al ruolo della fiducia è dedicato uno step del percorso per la creazione e gestione della Squadra. Lo trovi in dettaglio nell’ebook Il gioco di Squadra.

Filippo Scarponi - Il gioco di Squadra - Istruzioni per l’uso

In questo momento è sufficiente soffermarsi a considerare cosa succede quando abbiamo fiducia in noi e quando invece dubitiamo o perdiamo totalmente la fiducia nelle nostre possibilità.

Per prima cosa la fiducia genera un senso di tranquillità e di sicurezza. Ci offre inoltre la consapevolezza di poter affrontare la vita (in tutte le sue sfaccettature) in maniera positiva.

In seconda battuta la fiducia è il propellente per la fedeltà e la felicità. La fedeltà nelle relazioni anche di tipo commerciale porta alla soddisfazione di tutte le parti coinvolte: è quello che in termine tecnico viene definito processo di fidelizzazione. 

Generalmente lo stato di fiducia genera felicità in chi la vive, a prescindere dal ruolo: cliente, imprenditore, leader, collaboratore, fornitore. Si ha un enorme piacere ad avere accanto una persona (un gruppo, un’organizzazione, un brand, ecc.) di cui si ha fiducia.

La fiducia, inoltre, è quell’ingrediente che ci infonde coraggio nell’affrontare l’ignoto, proprio perché mette in moto meccanismi positivi di autostima

Ormai è riconosciuto che, attraverso le informazioni di cui ci nutriamo, siamo in grado di formare le nostre convinzioni nel cervello, con il pensiero prima e con le emozioni poi. Così come siamo in grado di formarle, siamo anche capaci di cambiarle.

La fiducia è proprio quell’elemento che ci aiuta a spingerci al di là del conosciuto, della zona di comfort, di quell’abitudine che recita “abbiamo sempre fatto così (perché cambiare?)”.

È complesso certo, a volte può sembrare difficile da credere, ma la scienza ci dice che sono le nostre convinzioni limitanti a impedirci il cambiamento, anche inconsapevolmente.

È solo una questione di volontà? No, non soltanto. La nostra mente è in grado di poter fare molto (i neuroscienziati ci dicono da anni quanto il nostro cervello sia in grado di determinare l’esito della nostra vita). 

La volontà da sola non è sufficiente. È necessario scegliere tutto ciò che può diventare il nostro “bagaglio di viaggio”: convinzioni, bisogni, pensieri, emozioni, comportamenti, informazioni, cibo, persone, esperienze e, non ultimo, le condizioni ambientali più idonee per supportare coerentemente la nostra volontà. 

Ecco perché avere fiducia nelle proprie capacità è essenziale per riuscire a ottenere la propria soddisfazione.

In altre mie pubblicazioni (I dieci comandamenti per l’impresa alimentare, Il gioco di Squadra) mi sono soffermato sull’importanza della fiducia nel processo verso il raggiungimento dello Stato Desiderato. Ho anche espresso le diverse modalità per valutare e rimodulare il livello della fiducia.

È più importante fidarsi di sé stessi o degli altri? Francamente mi viene da ridere (per la tenerezza quasi ingenua…) quando mi pongono questa domanda. È come chiedersi se sia più importante amare sé stessi o gli altri. La vera domanda è: come si può avere fiducia degli altri se non si ha fiducia in sé stessi?

In quanto atteggiamento derivante da un sentimento, la fiducia può oscillare pesantemente nella vita di ogni persona. Come dicevamo, esiste l’atteggiamento di partenza poi esistono le verifiche e i risultati che si ottengono con le esperienze vissute. 

Dirò di più: sono le informazioni che noi otteniamo rispetto alle esperienze vissute che determinano la crescita o la diminuzione di fiducia nei confronti di noi stessi e degli altri.

Figuriamoci quando le informazioni che riceviamo provengono da altre fonti. Basta guardare cosa accade nel mondo virtuale, specie in quello dei social, per rendersi conto di quanto sia importante avere (o non avere) l’atteggiamento di fiducia nei confronti di sé stessi e degli altri.

Per dirla con Stephen R. Covey, credo che non esista un acceleratore più potente nelle relazioni, reali o virtuali poco importa.

Come si genera e si governa un sentimento di fiducia? Questa è una domanda veramente complessa che merita approfondimenti specifici rispetto al “vissuto” di ogni singola situazione, personale o collettiva. 

In questa sede è veramente complicato fornire delle risposte che possano essere indicative. Pertanto, per iniziare, ti invito a porti le seguenti domande e a cercare le tue risposte per capire la tua attuale propensione alla fiducia:

  • Ti fidi di te?
  • Ti fidi degli altri?
  • Quante sono le persone di cui ti fidi? (Alla stessa maniera in cui ti fidi di te?)
  • Cosa potresti fare per aumentare la fiducia nei tuoi confronti?
  • E nei confronti degli altri?

Pensaci bene prima di rispondere, non essere frettoloso. Non è un gioco a premi: non vince chi risponde prima.

Noterai che le tue risposte sono ovviamente soggettive e, se ti fa piacere, puoi metterle a confronto con quelle delle persone che ti sono accanto. Il confronto, come sempre, può essere sorprendente e mai banale.

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