LE 3P CHE CAMBIANO LE DINAMICHE AZIENDALI
“Le promesse sono molto più divertenti delle spiegazioni.”
Orson Welles
Mi spiace deluderti. Se in questo articolo pensi di trovare delle soluzioni facili, passa avanti, volta pagina.
In questo articolo vorrei invitarti a riflettere sugli elementi chiave (driver) che permettono alle aziende di avere successo. Sono le chiavi di lettura del nostro libro i 10 comandamenti per l’impresa alimentare (confidenzialmente 10COM) e sono le stesse leve potenzianti che mettiamo in moto nei Progetti di Sostenibilità, i cosiddetti PdS.
Questi articoli, il libro, la formazione online, i corsi in aula, le consulenze a distanza o in azienda sono gli strumenti che ci consentono di realizzare la grande trasformazione. Quando mi esprimo al plurale, non lo faccio per delirio di onnipotenza: non è affatto il pluralis majestatis, il noi divino, di cui ho grandissimo rispetto. Tutt’altro.
Mi riferisco alla necessità di essere almeno in due a desiderare il cambiamento. Certamente ognuno svolge il suo ruolo: da una parte, umilmente, ci sono io nella mia posizione di formatore, consulente ed esperto di alcune tematiche.
Dall’altra, ambiziosamente, c’è il mio interlocutore (artigiano/imprenditore o lettore di questo articolo). Entrambi siamo essenziali e complementari per raggiungere il risultato voluto.
A volte il semplice desiderio non basta: ci vuole ben altro.
Quasi tutti affermano di volere la trasformazione (quello che definisco lo Stato Desiderato), ma pochi, veramente pochi si mettono al lavoro per ottenerla, tirandosi indietro a volte nella fase strategica e a volte in quella operativa.
Per farla breve, userò come metafora un antico proverbio arabo che dice: “Puoi portare i cammelli alla fonte, ma non puoi costringerli a bere”. Quindi, se non hai sete, goditi il paesaggio, riposati, guarda altrove e non perdere altro tempo a dirti che vuoi trasformare la tua azienda. Obiettivamente non vuoi farlo: basta esserne consapevole e assumersi le responsabilità.
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Per semplificare il tuo apprendimento mnemonico, ho sintetizzato lo schema che ha dato origine al nostro libro 10COM selezionando i titoli con parole che iniziano con la lettera P. Sono più facili da ricordare e danno un senso al tuo sforzo.
Eccole: PATRIMONI, PRINCIPI, PROSPETTIVE.

Avrai certamente notato che non ho inserito la parola “promessa”. Per tanti motivi. Certamente quello più concreto riguarda la fiducia: per ottenerla dagli altri (ma anche da te – la mitica autostima), basta mantenere le promesse.
Mi sembra banale soffermarmi su questi aspetti: visti i tempi che corrono e i personaggi che vagano nel nostro amato mondo imprenditoriale (e non solo), occuparmi di promesse sarebbe stato poco entusiasmante e avrei rischiato di perdere la tua attenzione. Quindi niente sermoni e passiamo a riflessioni più reali e profonde.
Da quanto percepisco vivendo nel mondo delle aziende, devo ribadire che dedicarsi costantemente agli aspetti produttivi (cosa e come produrre) e alla fantomatica qualità non basta. Continuare a raccontarselo equivale a perdere contatto con le dinamiche delle realtà (le azioni e i fatti che si susseguono e che incidono sulla vita di noi tutti) e rinunciare al possibile successo della propria attività.
Mi rivolgo agli artigiani/imprenditori: sappiamo bene che per creare e/o gestire un’impresa l’aspetto produttivo è soltanto uno degli elementi che contribuiscono alla Prosperità di un’azienda. Sinceramente so di essere in buona compagnia e che molti condividono queste convinzioni.
Perché? Tutte le statistiche e le ricerche di mercato realizzate negli ultimi anni da diversi istituti sui consumi e sulle percezioni della clientela dichiarano che il valore del prodotto è striminzito (e in calo continuo) rispetto ad altri elementi che catturano l’attenzione e la fedeltà del cliente.
Eppure c’è chi continua a riempirsi la bocca e la vita di qualità ed eccellenza del prodotto, quando al suo cliente interessa meno del 15%. Riflettiamo insieme su altri aspetti e sono certo che scopriremo spunti interessanti e risultati stupefacenti.
Iniziamo il nostro percorso partendo proprio dai titoli del nostro schema: Patrimoni, Principi, Prospettive. Nei successivi articoli esploreremo gli altri elementi chiave (driver), affrontando concetti, suggerimenti, “cosedafare” pratiche in qualsiasi tipo di struttura aziendale.

PATRIMONI
Il Patrimonio è tutto ciò che possediamo e mettiamo a disposizione per ottenere il risultato desiderato. In altri articoli in questo blog abbiamo affrontato temi come lo scopo, gli obiettivi, il brand, il posizionamento e la strategia, prerequisiti necessari per sviluppare il percorso della propria impresa verso lo Stato Desiderato.
Comprenderai che, per esempio, se sei semplicemente il campione del mondo del lievito madre, potrai essere un ottimo docente su quella materia, ma potresti restarei una mediocrità dal punto di vista imprenditoriale.
Qualora tu non abbia chiari questi aspetti, ti invito a rileggere i precedenti articoli in questo blog oppure a farti un giro sul mio sito.
I Patrimoni sono il valore reale dell’azienda. Se sotto l’aspetto economico e fiscale sono quelli che determinano lo stato patrimoniale e la “ricchezza” in termini di beni immobili e mobili (per questo aspetto ti consiglio di interpellare un ottimo esperto), dal nostro punto di vista ci sono altri elementi più intangibili che rappresentano il valore aggiunto aziendale: clienti, collaboratori, spazi e tempi, profitti, brand, posizionamento, vantaggi competitivi, ecc.
La consapevolezza di creare e/o gestire continuamente i diversi elementi che contribuiscono allo sviluppo del patrimonio aziendale è un compito essenziale dell’imprenditore. Ecco perché partiremo proprio da qui, dalla responsabilità che ogni imprenditore ha di tutelare e valorizzare il proprio patrimonio e non solo dal punto di vista economico.
Non ci occuperemo di tutti gli elementi che costituiscono il Patrimonio. Per alcuni di questi fattori è necessario un approfondito esame della situazione aziendale. Nel servizio di consulenza aziendale che offriamo ai nostri clienti lo facciamo nella fase iniziale di costruzione del Progetto di Sostenibilità.
Le nostre riflessioni per forza di cose sono generali e di conseguenza in questo spazio volutamente non prenderemo in considerazione alcune componenti del Patrimonio stesso.

PRINCIPI
I Principi a cui ci riferiamo sono quelli più identificativi del comportamento delle persone e delle aziende. Sono i valori che caratterizzano le nostre scelte e sono anche quelle attività che sono facilmente riconoscibili dagli altri.
Certamente sono più immateriali dei patrimoni e, in alcuni casi, intangibili; la vera difficoltà è che sono scarsamente misurabili, come la mitica qualità di cui parlavamo sopra. I Principi hanno però la forza di attrarre o respingere le persone o le entità (private o pubbliche) a cui ci rivolgiamo.
Parleremo quindi di etica, ecosostenibilità, rispetto e tracciabilità (rigorosamente in ordine alfabetico) come di principi che danno un valore identitario alla propria impresa. In altre parole, sono le scelte di campo che si fanno non per convenienza, ma per convinzioni profonde.
Per esempio, utilizzare l’olio di palma può essere molto conveniente. Inoltre può risultare ideale per non “caratterizzare” il gusto di un prodotto. Se invece penso agli effetti catastrofici che la produzione dell’olio di palma provoca nel nostro sistema ecoambientale e ai danni dell’apparato circolatorio e digerente delle persone (specie dei bambini), è certo che il suo utilizzo risulta alquanto discutibile.
Rifugiarsi nell’alibi della piccola dimensione artigiana, che da sola non può risolvere le grandi questioni del mondo, è semplicemente superficiale.
Non comprendere che le nostre scelte individuali e collettive possono modificare l’assetto della nostra comunità (non solo dal punto di vista ambientale, personale, professionale e aziendale, ma anche e soprattutto economico), significa rinunciare a realizzare concretamente il cambiamento.
Questi comportamenti contribuiscono a formare la nostra identità e a posizionarla nella società che viviamo. D’altronde, clienti, collaboratori, stakeholder, ecc. ne fanno parte esattamente come noi.
I Principi rappresentano il driver emozionale che più ci rappresenta.

PROSPETTIVE
Le Prospettive che esploreremo non sono le tendenze, le mode o gli strumenti che tanto influiscono sulle nostre scelte. Mi rendo conto che, recentemente, il web e soprattutto i social media influenzano i nostri comportamenti.
I diversi influencer, blogger, web marketer, ecc. sono le figure professionali che attualmente generano traffico di click e pochissimo altro, quindi rappresentano coloro che applicano un ulteriore canale del marketing: il web appunto. Si tratta di un canale in continua evoluzione, che prevale specialmente laddove trova un retroterra culturale e antropologico veramente basso.
Da qualche anno sostengo che l’IA (Intelligenza Artificiale) ha bisogno di un numero crescente di IA (Ignoranti Assoluti), ai quali non basta più trovare risposte in rete, ma che per risolvere la loro vita hanno bisogno di trovare persino le domande – il “fatti una domanda e trova una risposta” di marzulliana memoria.
Un mondo di automi gestito da automi. Onestamente credo l’Intelligenza Artificiale denoti la ricerca di un eccesso di onnipotenza e uno spreco di denaro investito a svantaggio dell’intelligenza umana. So di essere in buona compagnia (anche in questo caso) e questo non mi conforta, ma tant’è…
Le Prospettive di cui ci occuperemo sono di tutt’altro tenore: armonia delle proposte, autenticità, coesione e rete (offline e online, locale e globale), innovazione. Si tratta di elementi indispensabili per costruire un’impresa alimentare che voglia la prosperità nel proprio mercato.
Sono consapevole che tali elementi presuppongono da parte dell’imprenditore la capacità di esprimere le dimensioni collettive e individuali, sociali e private, trasformandole in attività sostenibili.
È un modello culturale che contrasta con il narcisismo, l’ignoranza, l’arroganza e la scarsa predisposizione di mettersi al servizio della propria impresa e degli altri. Eppure, le aziende di successo nel mondo del cibo ci dimostrano che sono la capacità visionaria e le concrete Prospettive i veri fattori potenzianti che permettono alle imprese di ottenere la Prosperità voluta e il riconoscimento collettivo.
Che si possa pensare di ottenere tutto ciò solo attraverso la comunità dei click, tweet, boot, hashtag e selfie lo trovo sinceramente umiliante per l’intelligenza e l’enorme bagaglio di conoscenze ed esperienze (know-how) dell’imprenditore.
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Che ne pensi? Ci terrei molto ad avere la tua opinione e, se vuoi, a condividere le tue impressioni. Lascia un tuo commento, grazie.